Risorgimento

La sirena del coprifuoco ha iniziato a urlare anche stasera. Fuori è già buio
e le uniche luci che illuminano la stanza sono le torce delle ronde del regime.
Ricordo ancora quando nel 2022 Francois Oudinot prese il potere in Francia.
La notizia rimbalzò in pochi secondi sui telegiornali di tutto il mondo.
Gli anni della crisi li chiamavano. Prima demolirono il popolo. Poi demolirono gli stati. Poi le multinazionali si fecero guerra tra loro per l’egemonia a colpi di fusioni e attentati. Era logico che solo un potere forte potesse prevalere. Il Generale Oudinot e i sui fedelissimi a capo dell’esercito presero il potere. E nulla fu più come prima.
Questo cielo, grigio fumo, ricorda la polvere sollevata dalle deflagrazioni. Questo silenzio interrotto solo dalle camionette della ronda che passano, è lo stesso silenzio che ci fu dopo il bombardamento: simultaneo in tutte le capitali. Non ci fu battaglia.
Ricordo che ci fu solo devastazione. Ed in un attimo diventammo tutti sudditi dell’Impero Militare Francese. Ora i pochi governano sui molti. O almeno su quelli che riescono a sopravvivere in quest’inferno.
I più coraggiosi, ma soprattutto quelli che non hanno niente da perdere, come me, dopo l’annessione si sono riuniti in dei nuclei di resistenza. Le battaglie non sono servite a nulla. Ci hanno spazzato via come mosche. La resistenza armata è inutile contro questo nemico. Ed oggi, anche se la ricerca scientifica è stata ufficialmente stroncata, quella clandestina organizzata per anni dal Gran Consiglio per la Libertà d’Europa, rappresenta per noi l’unica speranza per un futuro diverso.
Parecchie voci parlano di una svolta, di qualcosa di grosso che sarà annunciato. Dopo  dieci anni di dominio francese e di dura resistenza per non perdere la nostra umanità, oggi potrebbe essere quel giorno che tanto aspettiamo. Servono dei volontari hanno detto.
Domani è il gran giorno. Domani potrebbe essere il mio.